Spesso, viaggiando, ci si imbatte in diverse strane scene. Scene divertenti, scene tristi, scene affascinanti...Ma anche scene ispiratrici.
In un viaggio ultimamente, mi sono imbattuto in una scena molto particolare.
Dentro un recinto, vi era un bel cavallo dal pelo marrone. Intorno a se aveva un bel praticello verde e alcune piante piene di foglie. E lui aveva fame. Ma invece di mangiarsi fili d'erba o foglie succulente, cariche di clorofilla, si era avvicinato ad un cactus (di quelli che fanno i fichi d'india) e mangiava proprio quello. Ad ogni morso, indietreggiava, allargando la bocca, come per affievolire il dolore delle spine dello stesso cactus. Ma poi si riavvicinava e sferrava un altro morso e un altro e un altro ancora.
Dov'è la particolarità di questa visione? Non nella dieta del cavallo. In fondo, non so molto di queste splendide creature. Forse sono abituate a mangiare cactus. No. Quello che ha fatto pensare è il significato che ci ho trovato.Il cavallo mangiava, forse perché quel cactus era buono e non gli importava di soffrire per mangiarselo.
E così siamo noi umani. Spesso per essere felici, bisogna soffrire. Ma la sofferenza non è niente, paragonato a quello che si proverà alla fine.
In conclusione, se una cosa vi rende felici, fatela, anche se sarà difficile e sofferente.
Nessun commento:
Posta un commento