lunedì 28 marzo 2011

Storia di un Dannato #3

Fuori di Notte


Passai 3 giorni senza mai uscire dalla stanza dell'Abbraccio. Con me rimase Markus, che mi spiegò quello che dovevo sapere della mia nuova forma. Anche la ragazza rimase, anche se spesso usciva per procurarci cibo o per affari suoi personali.
In fondo sapevo già cos'era un vampiro. La letteratura antica e moderna è piena di cenni su vampiri e dannati simili. Solo che non tutto è realtà. In quei tre giorni, Markus mi spiegò cosa era mito, leggenda e cosa era reale. Mi fece piacere subito sapere di non essere repellente all'acqua, oltre che a simboli sacri (quale la croce) e aglio. Anche il paletto mi fu spiegato che non era così mortale come si diceva. Le capacità di trasformarci in pipistrelli o fumo? Una capacità di pochi dannati... probabilmente non mia! Cibo, bevande e quant'altro non erano più indispensabili, ma ciò non toglieva che potessi comunque affogarmi in questi piaceri.
Ma la cosa che meno mi rese felice, è la verità sul sole. Niente vampiri luccicanti: i dannati reali erano, sono e sempre saranno repellenti alla luce del sole. Il solo esporsi avrebbe potuto procurare il totale cancellamento della nostra dannata esistenza.
Ci volle in realtà poco a spiegare questo. Il resto fu solo accettazione di quello che mi aspettava. Girare di notte, senza mai più vedere il sole se non in foto o in TV (o eventualmente su internet)... Odiavo questa dannazione, ma ogni volta che mi investiva l'odio, mi riveniva in mente il motivo della mia scelta.

Passati i tre giorni, decisi di andare al mio appartamento. Mi era stata spiegata l'importanza del Rifugio, luogo del torpore delle ore diurne. Ero deciso d'andare nella mia casa e sistemarla per il giorno. Mi poteva servire tutta la notte, quindi partii presto, quando la notte era ancora giovane.
Il primo contatto con le altre persone fu traumatico. Mi sentivo come un mostro, sentivo di poter far ribrezzo... ma, soprattutto, mi sentivo impacciato. In mezzo ad un gruppo di persone ero come un bambino goloso a dieta in mezzo a tanti cioccolatini: tentato, ma deciso a resistere.
Cercai di passare nelle stradine più defilate. Sfortunatamente era sabato notte e molti ragazzi erano in giro a fare baldoria, riempiendo tutti gli anfratti cittadini. Tentazione per tentazione, decisi di prendere un taxi. Ero refrattario a questa scelta, perché un autista vivente così vicino poteva farmi cedere, ma ormai avevo notato che anche soltato passeggiare era una continua tentazione.
Ne fermai uno ed entrai. Non sentii niente... nessun odore seducente. L'autista c'era, ma attirava la mia Bestia.
"Se-sei un Fratello?" chiesi balbettando. L'autista mi guardò dallo specchietto e mi sorrise, mostrandomi i canini. Era un sì.
"Dove vuoi andare, amico?" mi chiese, poi. Diedi la via e lui partì. Dallo specchieto vidi le vie che conoscevo a menadito. Ma erano diverse: tristi e spaventose. Quelle strande che frequentavo di giorno, vedendo la gente camminare, sentendo il calore della luce del sole... ora erano strade buie, piene di quelle che noi chiamiamo "vacche"... e sarebbe stato così per sempre... e un sempre molto più lungo di una vita!
"Sembri nuovo! Appena arrivato o appena 'abbracciato'?" chiese l'autista, interrompendo i miei pensieri.
"E' la mia p-prima notte in giro!" risposo. Avevo i nervi a fior di pelle e la mia voce ne risentiva.
"Mi sembrava! Come ti trovi nei tuoi nuovi panni?" mi chiese, non seppi rispondere. Feci un cenno alzando le spalle quando ero sicuro mi vedesse dallo specchietto.
"Eheh, scommetto che nemmeno in vita sei mai stato un estroverso!" iniziò a dire. Tipico dei tassisti parlare molto... anche quelli morti "Io mi chiamo Akim! Sono nato come schiavo nel 1578, ma mi sono liberato dallo schiavismo nel 1601, con l'Abbraccio! Da allora bazzico queste parti!"
"1578?" rimasi sbalordito. In effetti non avevo chiesto l'anno di nascita a Markus o alla ragazza, ma lo stato di vampiro permetteva di vivere per molti anni e era egoista pensare che non ci fosse nessuno di così 'vecchio'.
"Ehi, proprio sai poco, vero?" disse l'autista ridendo "Se ti va, puoi unirti alla mia Coterie!" quasi anticipando la mia domanda successiva, Akim continuò a spiegare "Noi vampiri siamo esseri ambigui! Siamo dei predatori assetati di sangue e, per questo, solitari. Siamo diffidenti per natura proprio per questo e tendiamo ad isolarci. Ma, allo stesso tempo, siamo anche umani, quindi tendenti a raggrupparci. Questa sarà per te una lotta interiore che durerà in eterno e ti troverai sempre a scegliere prima la solitudine, poi il gruppo, eccetera... Per Coterie, tra Dannati, intendiamo un gruppo di predatori che si spalleggiano. Una sorta di compromesso tra le due cose. Ognuno è solitario, ma può contare sullo spalleggiamento degli altri membri della Coterie. E' un nuovo ideale di 'gruppo' e, ovviamente, ciò fa storcere il naso ai pezzi grossi della nostra società!" prese una pausa, poi mi chiese "Vuoi far parte della nostra Coterie?"
Il discorso fatto da Akim aveva un grosso senso. Markus e la sua combriccola avevano l'aria di pezzi grossi e per questo pensai di non essere stato informato di questa Coterie. Markus, comunque, mi aveva accennato che sarei stato spesso solo, ma solo ora avevo pienamente l'idea di cosa mi aspettava. Ero un vampiro e sarei stato spesso voglioso di solitudine... ma lo ero ancora da poco, e la mia parte umana aveva ancora il sopravvento. La Coterie era un modo per imparare contando su qualcuno. Accettai la proposta con grande esultanza di Akim.
"Perfetto!! Ora la nostra Coterie può vantare ben 5 membri! Per festeggiare, ti porto con me! Andiamo a bere qualcosa... anzi, 'qualcuno'!"

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